IL DOJO

Valori dei luoghi di addestramento alla disciplina

IL DOJO (道場)

Il Dojo yu dojo bushido ryu ju jistu pomezia roma
Significa ” Luogo dove si pratica la via ” o ” Luogo del risveglio “.

Entrando nel Dojo

  • Ci si dovrebbe predisporre ad abbandonare se stessi, le proprie preoccupazioni ed i propri desideri buoni o cattivi che siano.
  • Praticare con spirito “Mushotoku” (senza idea di profitto per se).
  • Quando si entra e si esce dal Dojo è bene inchinarsi all’altare (Kamiza), che rappresenta lo spirito storico e culturale.

 

Armonia nel Dojo

  • Il rispetto verso il proprio Maestro (Sensei 先生) e gli allievi più anziani (Sempai 先輩)
  • La pratica concentrata senza troppe parole
  • L’accettazione dei consigli di chi conduce la lezione
  • Non insegnare quando il Maestro è presente
  • Presentarsi sempre con il Keikogi pulito

sono i principi fondamentali per raggiungere una buona armonia nel Dojo.

Nello Spogliatoio

  • È consigliabile mantenere un tono di voce moderato
  • Prepararsi alla concentrazione del lavoro che si andrà a fare
  • Si cercherà di cambiarsi rapidamente.

L’allenamento nel Dojo

  • La lezione incomincia con il saluto “Onegaishimasu” e termina con “Arigato Gozaimashita”, ogni volta che si invita un compagno a lavorare ci si deve rivolgere con “Onegaeshimasu”.La pratica concentrata espande la capacità di controllo su di sé e gli altri. Il silenzio ci permette di mantenere questa concentrazione.
  • Quando viene mostrata una tecnica, gli allievi più giovani devono, se non ci sono indicazioni diverse, invitare senza perdere tempo gli allievi più anziani. Questo comincia a fare per primo la tecnica, così il giovane (Kohai 後輩) può osservare come fare meglio, quando i ruoli si invertiranno.
  • Le armi non dovranno essere abbandonate, dovrebbero avere un segno di riconoscimento sul fondo dell’impugnatura ed essere trattate con rispetto.

L’atteggiamento del praticante

  • L’atteggiamento del praticante serio dove essere libero da giudizi, sforzarsi di fare quello che gli viene consigliato (anche se non ne capisce il senso, in seguito gli verrà spiegato), sforzarsi di non “fare” quello che gli viene così in modo spontaneo ma di “studiarlo”, di non replicare quando chi conduce la lezione fa correzioni, praticare senza interruzione.
  • Per migliorare bisogna lavorare su sé stessi evitando di dare consigli ed insegnare o non fare lavorare l’altro, Il bloccare o correggere di continuo il proprio (Uke 受け), ci mette in una condizione competitiva, per cui non facciamo che occuparci di lui (nel bene e nel male) e non occuparci di noi e della nostra crescita.
  • Se ci si deve assentare dal tatami si chiede il permesso di chi sta facendo lezione, se si arriva in ritardo si aspetta a salire sul tatami fino a che non arriva dal Maestro l’invito a farlo.
  • Controllare periodicamente l’abbigliamento, qualora danneggiato ripararlo oppure sostituire la tenuta.
  • Quando non si sa che cosa fare, osservare i propri Sempai ed imitarli.

Stage e lezioni speciali

  • A questi, sarebbe bene partecipare per “Spirito di gruppo”.
    Gli Stage vengono organizzati come momento di una pratica “diversa”, dove cambia il tempo, lo spazio, le persone. Durante gli stage c’è l’occasione di praticare cose che normalmente non vengono praticate nel proprio Dojo.
  • Anche all’interno del proprio gruppo di riferimento, sono in calendario seminari con degli insegnanti di alto livello, partecipare allarga la visuale marziale e consente un approfondimento della tecnica.
  • Onorare il compenso chiesto dal Dojo, è precisa cura del praticante rispettoso del proprio Maestro e dei suoi compagni. Il Dojo è un luogo dove bisognerebbe comunque dare prima di ricevere, perché in un Dojo non si compra nulla.